Vi emoziona l’idea di partire dall’Italia fredda e grigia di fine novembre e riaprire gli occhi in un luogo caldo, luminoso, pieno di sorrisi e fermo nel tempo agli anni 50?
In effetti la sensazione che ho provato uscendo dall’aereoporto dell’Havana è stata come quella che credo si possa provare uscendo dalla macchina del tempo! Tutto era perfettamente come nei films della metà del 900. Persone sorridenti anche se sprovviste di tutto questo superfluo che ci circonda da questa parte del mondo. Strani mezzi di trasporto adibiti a qualunque cosa, gente a cavallo, in carrozza, in sidecar e poi le auto!
Quelle meravigliose macchine anni 50 tenute in piedi solo con la forza della creatività, splendidi carrozzoni disegnati dalle penne di artisti che ora non nascono più! Il calore di quell’aria tipica delle nostre giornate di giugno e tutto quello che i miei occhi guardavano aveva quel sapore delle cose incomplete, quasi a trasmettere immortalità, una sorta di invito a terminare tutto domani per allungare la vita fino all’infinito.
I più insensibili forse potranno chiamarla “povertà” ma io ho capito che è quella la meraviglia!
Ma in quel paradiso non sono mica solo! No, no! sono con una comitiva di altri 14 matti che hanno attraversato insieme a me l’oceano per il primo Molix Fishing Dream. Mai nome fu più azzeccato!
Tutto quello che accadeva, aveva il sapore dei sogni e ancora non avevo visto nulla! La sosta all’Havana è durata veramente poco, perché il viaggio verso i Giardini era ancora lungo! Dopo una veloce notte è stato il pullman a farci attraversare l’isola, passando luoghi incantevoli su delle strade piuttosto impegnative, ma ricche di quel fascino che vive solo a Cuba. Ma dopo tante ore di Ua Ua, (come chiamano il pullman i cubani), non siamo ancora arrivati perché mancano ancora 50 miglia marine prima di arrivare a destinazione.
Vi emoziona l’idea di un viaggio che sembra non finire mai?
Potrebbe sembrare strano ma un viaggio così lungo oltre alla smania di arrivare, genera un sacco di curiosità. Ma ora, provate a immaginare 15 invasati che hanno attraversato il mondo, che finalmente sono sulla grossa barca che per una settimana farà loro da casa e di fronte 5 ore di mare! Ricordo che nel giro di pochi minuti, dopo l’aperitivo e i convenevoli di benvenuto, tutti sembravano dei pazzi, improvvisamente i bagagli si sono moltiplicati, come se tutti avessero confezionato delle matrioske! Mulinelli che sbucavano ovunque, tubi con dentro mazzi di canne, esche stivate in ogni pertugio e l’humus dello spining passion era realmente palpabile!
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Vi emoziona immaginare una squadra di 15 scalpitanti pescatori che fremono a poppa per salire sui piccoli skift, dove le guide aspettano?
Tutti con le attrezzature pronte, siamo saliti su quelle piccole barche che presto, hanno preso la via del reef. Tra di noi c’erano pescatori più esperti di questa pesca e altri meno, io ero totalmente vergine anche se non c’è voluto molto per essere battezzato, sono bastati pochi lanci per trovarmi impegnato nella lotta con qualcosa che credevo di aver immaginato ma la sua forza era inimmaginabile!
Da quel momento è stato un susseguirsi di mangiate, slamate, sfrizionate e combattimenti al limite con le mie forze. Pescavo solo a top water e vedere l’acqua esplodere in continuazione non mi sembrava vero.
Lo so che questo vi emoziona, è inutile che fate finta di niente!
Ero circondato dai meravigliosi colori del reef caraibico, immerso in una natura incontaminata e ho capito che sotto a quel colorato e paradisiaco velo azzurro increspato dal vento, si celava l’inferno. Una serrata lotta per la sopravvivenza dove ogni predatore era la preda di qualcuno e dove ogni creatura era dotata di denti impressionanti! Vedere l’esca serpeggiare tra le onde e sentire la canna sfuggire di mano era incredibile, alla mia partenza ero convinto di avere canne potentissime, fili esagerati, esche molto grosse ma dopo pochi strike mi sono reso conto che ero totalmente sottodimensionato! La canna arrivava a fine corsa e tutto era veramente al limite.
Vorrei approfittare per ringraziare Molix che mi ha dato l’opportunità di vivere questo sogno, Catch Outdoor nella persona di Sandro Mediani per aver confezionato un viaggio quasi surreale e tutti i miei compagni di avventura per le risate e il divertimento.
Ora che sono arrivato in fondo a questo fiume di parole, non so se sono riuscito a trasmettervi le mie emozioni, però ho capito una cosa!
Il fatto che io ricordi esattamente ogni attimo di quei giorni, testimonia senza ombra di smentita che le emozioni restano per sempre dentro di noi.
Silvano D'Angelo
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